Pillola del Magazzino #1
- Angelo Argenziano
- 27 mag
- Tempo di lettura: 2 min
DECRETO PER L’ISTITUZIONE DEL REGIME DI RESPONSABILITA’ ESTESA DEL PRODUTTORE PER LA FILIERA DEI PRODOTTI TESSILI DI ABBIGLIAMENTO, CALZATURE, ACCESSORI, PELLETTERIA E TESSILI PER LA CASA
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di concerto con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha avviato la consultazione pubblica sulla proposta di disciplina che introduce la responsabilità estesa del produttore (EPR) nella filiera del tessile. Il provvedimento mira a rendere i produttori responsabili della gestione del fine vita
Sintesi in 10 punti sulla moda sostenibile secondo il decreto EPR tessile
1. Responsabilità estesa del produttore (EPR): I produttori tessili sono obbligati a farsi carico della gestione del fine vita dei propri prodotti, inclusa raccolta, riutilizzo, riciclo e smaltimento.
2. Ambito di applicazione: Il decreto riguarda abbigliamento, calzature, accessori, pelletteria, tessili per la casa e ospitalità. Sono coinvolti produttori, distributori e altri attori della filiera.
3. Obiettivi ambientali progressivi: Entro il 2035 almeno il 40% in peso dei prodotti tessili immessi sul mercato dovrà essere raccolto in modo differenziato per il riutilizzo, riciclo e recupero.
4. Ecodesign obbligatorio: I prodotti dovranno essere progettati per durare di più, essere facilmente riparabili e riciclabili, riducendo l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita.
5. Contributo ambientale: I produttori versano un contributo economico per finanziare le attività di raccolta e riciclo, calcolato in base alla composizione e durabilità del prodotto.
6. Sistemi di gestione: I produttori possono aderire a sistemi collettivi (consorzi) o individuali per adempiere agli obblighi EPR, vigilati dal Ministero dell’Ambiente.
7. Ruolo del Centro di Coordinamento CORIT: Questo organismo coordina le attività dei sistemi di gestione, promuove la trasparenza e monitora i flussi dei rifiuti tessili.
8. Incentivi al riutilizzo e riparazione: Il decreto promuove reti di riparatori, sartorie artigianali, mercati dell’usato e modelli “prodotto come servizio” per allungare la vita degli abiti.
9. Educazione e comunicazione: I produttori devono informare i consumatori su come mantenere e smaltire correttamente i tessili, anche tramite passaporto digitale del prodotto.
10. Sviluppo dell’economia circolare: Si promuove l’impiego di fibre riciclate e la creazione di infrastrutture per supportare il riciclo e la tracciabilità lungo la filiera.

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Conclusioni: Pro e Contro della moda sostenibile (in chiave EPR)
PRO
• Riduzione dell’impatto ambientale e dei rifiuti tessili.
• Incentivo all’innovazione e all’uso di materiali riciclati.
• Stimolo a nuovi modelli economici (noleggio, riparazione, seconda mano).
• Creazione di nuovi posti di lavoro nelle filiere verdi e artigianali.
• Maggiore trasparenza e tracciabilità nella produzione.
CONTRO
• Aumento dei costi per le imprese, soprattutto per le piccole e micro.
• Complessità burocratica per l’adesione ai sistemi di gestione.
• Rischio di scarso controllo o disomogeneità tra i vari consorzi.
• Difficoltà tecniche nel riciclo di tessuti complessi o sintetici.
• Necessità di cambiare abitudini di consumo da parte del pubblico.




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